Alba Adriatica, 24 agosto 2016
ore 3:36 io e Sara ci risvegliamo nel lettone che balla… dalla finestra entra un’aria gelida e si sentono gli allarmi delle auto che suonano. I cani sembrano impazziti, abbaiano tutti insieme.
Sara è lucida, preoccupata “che succede mamma?“. Io ho i sensi allertati e ascolto: non ci voglio credere ma la sensazione è il terremoto. Questa parola inizia a farsi largo nei pensieri ma, per sdrammatizzare (o perché ci speravo) chiedo a Sara di smettere di muovere il letto. Lei si gira di scatto e mi dice che no, non sta muovendo nulla, “altrimenti il letto avrebbe fatto così” e, visto che la scossa era finita, ha simulato un movimento di gamba…
Prendo il cellulare, vado su Twitter, controllo. Se è successo qualcosa trovo sicuramente lì la risposta. #terremoto: inizio a leggere una serie di tweet e mi convinco di non aver sognato così pubblico anche il mio, per confermare le sensazioni e la posizione.
Nel frattempo sento le voci in strada delle persone che, preoccupate, si confrontano e parlano di terremoto.
È la conferma ai miei timori ma tranquillizzo Sara e con noncuranza le dico “è il terremoto”… nel buio si volta a guardarmi e mi chiede se deve preoccuparsi, le dico di no e si rimette a dormire come un angelo.
Ascolto il silenzio della casa, per sentire se mia mamma, nell’altra stanza, è agitata. Non sento niente.
Mi rassicuro che il respiro di Sara si sia fatto regolare e mi metto a leggere i tweet e rispondo ad amici che mi scrivono.
Inizialmente penso che l’epicentro sia a Roma, ma non leggo niente in termini di disastri. Spero non sia successo nulla di grave.
Patrizia è anche lei sveglia. Non riesce a dormire, è nelle Marche, a due passi anche lei da noi, ha sentito ed ha paura. Una paura che le è già nota, che ha già vissuto. Mi rassicura dicendomi che è tutto ok, le sue bimbe dormono… Comprendo benissimo la sua angoscia, ora che ho sentito, che so cosa si prova.
Anche Agnese, a Giulianova, mi conferma d’essere sveglia e non riuscire a dormire.
Shonel è a Roma, ci scriviamo, anche lui l’ha sentito fortissimo dal 5° piano. Un senso di nausea mi assale e mi gira fortissimo la testa. Forse la paura ha quest’effetto…
Nel leggere i tweet scopro che oltre a Roma, il terremoto si è sentito in Umbria, nelle Marche in Abruzzo e nella bassa Romagna.
... non riesco a prendere sonno...
Non riesco a prendere sonno e, alle 4:34 sento la casa ballare. Una sensazione diversa, ancora più intensa per il movimento ma, soprattutto, perché già percepita in modo inaspettato. Dura molto meno, lo capisco da sola, ma si ripete la scena iniziale… gli allarmi, i cani, la gente in strada… leggo nuove conferme sulla rete; poi tutto torna silenzioso e, dopo le 5:00, riesco a riprendere sonno.
Alle 4:21 il Rifugio Franchetti, sul Gran Sasso d’Italia, pubblica questa notizia: “Ore 3.30: anche noi qui al rifugio siamo stati svegliati da una forte scossa di terremoto, nella nebbia si è sentito un forte rumore di crollo dalla parete est del Corno Piccolo: al momento non si vede di quale entità, ma l’impressione è che sia venuto giù un bel pezzetto di montagna… L’incubo è tornato. Noi stiamo tutti bene, impauriti come tutti certo ma bene: non volevo drammatizzare, solo che è stato un risveglio brusco… Appena ora un’altra scossa sussultoria, meno forte.” che condivido su Twitter.
Stamattina, leggendo le notizie, ho capito che il primo è stato un terremoto con movimento sussultorio ed il secondo con movimento ondulatorio (per approfondire: “Terremoto, la vera differenza tra sussultorio e ondulatorio“)
Alle 6:10 il telefono squilla: “Amore, come stai, come state?” dall’altro capo del telefono Lele con la voce ancora impastata dal sonno si accerta che tutto sia a posto, che siamo serene, che stiamo bene.
Ormai sveglia mi alzo. Mi faccio il caffè e inizio a leggere sul mac le notizie. Vado sul sito dell’ANSA e mi sconvolge già il titolo: “Forte terremoto, due morti nelle Marche. Crolla Amatrice, due vittime. Ad Accumoli famiglia sotto le macerie“
La Repubblica è un po’ più accurata: “Terremoto di magnitudo 6.0 devasta il centro Italia: morti e feriti. Bambini sotto le macerie ad Accumoli. Il sindaco di Amatrice: “Il paese non c’è più” e mi viene da piangere…
Ad Amatrice, un piccolo comune in provincia di Rieti al confine con l’Abruzzo, ci siamo passati la settimana scorsa. Sembra non esista più… crollato tutto.
Comincio la ricerca frenetica delle notizie. Non mi va di accendere la tv, tanto i giornalisti raccontano le stesse storie che trovano in giro… più tardi, forse.
Rispondo ai tanti amici che mi scrivono preoccupati, su whatsapp, su Facebook… il telefono squilla: tutte le persone care mi hanno chiamato e tutte sono state tranquillizzate.
Mentre scrivo sento le sirene delle ambulanze… possibile che partano già da qui? Forse no, è la tensione, la preoccupazione, il pensiero di un Paese che vacilla davanti agli eventi naturali e non è mai preparato. Si può essere preparati? Non credo.
Noi siamo qui, ad Alba Adriatica, stiamo vivendo la nostra ultima settimana di vacanza. Siamo noi tre ragazze: la nonna Rosa, io e la Saretta. Stiamo tutte bene.
La giornata è ripartita, la gente comincia a ciabattare verso le spiagge…