Considerazioni personali

Povera Italia: il corredo della scuola materna

L’approccio di nostra figlia Sara, alla prima settimana d’asilo. Le carenze da parte dell’istituzione e la situazione, mestissima, in cui i nostri insegnanti sono costretti a lavorare per creare un ambiente sereno.

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Lunedì Sara ha ripreso l’asilo. Premetto che le intenzioni di Sara sono sempre meravigliose, erano giorni ormai che aspettava di rivedere il suo maestro (che l’anno passato li aveva abbandonati chiedendo il trasferimento per poi ripensarci e ritornare l’anno dopo), ne parlava con il suo solito entusiasmo e non ci siamo posti alcun problema se non quello di enfatizzare la ripresa della normalità.

L’arrivo

L’accoglienza sulla porta centrale, da parte di una bidella solare e sorridente, ci ha dato buone speranze. La scuola materna è collocata al primo piano (insolito lo so), un piccolo distaccamento formato da soli tre classi la rossa, la blu e l’arancione.

Piena di gioia Sara corre verso la sezione degli arancioni dove c’erano già alcuni bambini e gli insegnanti.

Il panorama

I bambini si guardavano in giro smarriti e piuttosto avviliti. Gli insegnanti erano indaffarati a spostare i pochi arredi della misera auletta con la scopa e gli stracci in mano. Il disordine e lo sporco, dell’anno precedente, regnavano sovrani e, alla nostra sorpresa nel trovare una simile situazione, gli insegnanti si sono giustificati dicendo che era il primo giorno anche per loro e non avevano avuto modo di preparare la classe per accogliere i bambini. Il primo pensiero è andato alle bidelle che, invece di preparare le aule, facevano accoglienza sorridenti e cazzeggianti. Il maestro ha accolto Sara salutandola senza ricordarsi il suo nome e questo ha bloccato immediatamente la bambina, che evidentemente si aspettava un’accoglienza più festosa e diretta. La presentazione della nuova insegnante (ogni anno c’è qualcuno di nuovo da conoscere…) sono state frettolose.

La reazione

Sara è caduta nello sconforto più totale (e anche noi). Non voleva più restare in asilo pregandoci per 40 minuti, fra le lacrime,  di portarla via. Dopo la prima tentazione di andarcene con la figlia, abbiamo convinto Sara a rimanere coinvolgendo le bambine, che lei già conosceva, ad aiutare Sara a sentirsi più serena e, fino a quando non l’abbiamo vista coinvolta, non siamo riusciti ad andare via da lì. Abbiamo lasciato alle nostre spalle una bimba in più mesta e due insegnanti che, invece di potersi concentrare sull’accoglienza e sulla socializzazione, pulivano e rassettavano l’aula rasserenati dal fatto che, comunque, per tutta la settimana l’asilo sarebbe finito alle 13 e la bambina sarebbe rimasta con i nonni.

La sera abbiamo deciso di portare Sara nella solita trattoria per festeggiare il primo giorno d’asilo e, con nostra grande sorpresa, abbiamo saputo dalla bimba che era stata davvero bene, si era già innamorata della nuova maestra e per la bimba era stato un trauma il momento in cui i nonni erano andata a prenderla per portarla a casa.

I bambini hanno uno spirito di adattamento incredibile, soprattutto nostra figlia, e possono essere felici davvero con molto poco.

Il corredino

Sapevamo già che alla scuola materna statale molte cose dovevano essere procurate dai genitori, anche l’anno passato è stato così e l’anno precedente. Ma quest’anno, senza nemmeno sorprenderci più di tanto, il corredino si è arricchito ancora di più così, oltre al promemoria comportamentale e di collaborazione, è stato indicato il materiale da portare:

  • un flacone di sapone liquido
  • una confezione di carta scottex
  • una confezione di fazzoletti di carta
  • una confezione di bicchieri di plastica
  • due confezioni di pennarelli punta fine giotto
  • una colla vinavil
  • una risma di carta A4 bianca
  • una confezione di scotch di carta

bè, quest’anno non hanno chiesto la farina ed il sale ma, in compenso, la dotazione si è arricchita di ben due confezioni di pennarelli e scotch di carta. Ci sentiamo fortunati perché, mi hanno raccontato che, in alcune scuole chiedono anche la carta igienica… Un panorama triste, sempre più mesto, sempre di più fatto di povertà e di carenze. I nostri insegnanti non possono fare il loro lavoro ed i nostri bambini si sono ormai adattati a quello che trovano, cercando una parvenza di felicità…

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