Oggi vorrei rendere onore ad un uomo.
il M° Luigi Giudici
Al musicista.
Al suo spessore.
Alla sua conoscenza.
Al suo grande senso della famiglia.
Ciao Gigi.
Mi permetto. Non ti ho mai chiamato così e non ti ho mai nemmeno dato del tu. Mi piace pensare di poterlo fare e, forse, me lo avresti concesso.
Quando ci siamo conosciuti ancora camminavi. L’emozione che mi aveva pervasa era quella di una persona che sarebbe stata giudicata. Da te poi. Con il tuo bagaglio culturale. Con la tua preparazione musicale. Il peso del tuo essere si presentava nei miei pensieri ancora prima di sapere chi veramente fossi di persona.
Di te parlava tanto la scuola che frequentavo la sera, quando andavo a trovare Lele. E lui mi parlava tanto di te. Non solo come padre. Prima d’ogni cosa eri l’uomo. Il Maestro. Soprattutto di vita.
Io lo sapevo di non essere il prototipo di donna che ti aspettavi. Speravo tanto che riuscissi a stimarmi. Mi auguravo di piacerti.
Conoscerti non è stato così difficile. Sono entrata nella tua vita e tu sei entrato nella mia, costantemente.
Ti ho visto baciare dolcemente tua moglie come un ragazzino innamorato. Ho sperato di poter beneficiare dello stesso amore, dopo quarant’anni e con lo stesso spirito da colui che per me era il grande amore: tuo figlio.
Ti ho visto ridere, prendere in giro i politici.
Ti ho sentito parlare di cose serie e facete.
Sfortunatamente per me ho potuto beneficiare della tua presenza di spirito, del tuo acume, solo per pochi mesi. Forse un anno. Poi il tuo declino ti ha reso un uomo imprigionato. Fermo. Sulla sedia a rotelle e dipendente da chi ti stava vicino.
Posso solo immaginare, come immaginavo allora, il dolore che provassi, nel sentire il tuo corpo non reagire alla tua volontà.
Vedevo il tuo dolore. Ne parlavi poco. Hai sempre sopportato la fisicità con grande coraggio. Ma piano, piano ti sei estraniato. I momenti di lucidità, in cui ci regalavi un sorriso, una dolce parola, erano sempre più rari.
Ti guardavo e auspicavo di riuscire a vedere le tue lunghe mani bianche e affusolate, riprendere possesso di quel pianoforte che agognava le tue meravigliose note. Solo parole per me. Immagini. Catturate fino a qualche anno prima. E mi scoprivo, quando mi fermavo a dormire a casa tua, a chiedere a Lele di mostrarmi com’eri. Com’era Gigi prima. E vedevo le sembianze di un leone. Vedevo un uomo possente innamorato della musica, della propria donna, dei propri figli. Innamorato della vita.
Sei stato un uomo grande. Ma lo sei stato fino alla fine. Te ne sei andato quando tutto era stato sistemato. Non hai lasciato nessun sospeso ed il tuo cuore, un anno fa, ha smesso di battere.
Ti sei lasciato andare perché sapevi di poterlo fare. Libero finalmente. Libero dalle catene della costrizione di un fisico che non era più il tuo. Libero di suonare per sempre tutte le melodie che nella tua lunga carriera di grande musicista avevi composto. Come organista. Come pianista. Come direttore d’orchestra.
Vorrei dirti ciò che non ti ho mai detto. Ciò che sentivo quando ti salutavo accarezzando la tua barba bianca. Quando guardavo i tuoi occhi stanchi. Quando sentivo la tua approvazione. Quando leggevo la tua gioia.
Ma non ci sono parole se non un timido grazie.
Grazie del ricordo,letto a pochi giorni dal suo 85° compleanno.!6 novembre.Mi manca moltissimo,nessuno può prendere nel mio cuore il suo posto….,ciao.
mi manca moltissimo, lo sogno molto spesso, ho sempre in mente piccole cose che gli appartengono, sguardi, parole, espressioni… credo che mancherà sempre, e più o meno, a chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerlo…
….volevo anch’io associarmi al caro ricordo del Maestro…sono stato un suo allievo negli anni ’70… lo considero un Maestro in tutti i sensi non solo di musica ma anche e soprattutto di vita, un esempio, un punto di riferimento , sono grato di averlo potuto conoscere… un abbraccio ai famigliari ….
(mi sono permesso di inserire il testo del ricordo sul mio profilo di facebook in quanto mi ha particolarmente toccato – gianfranco.curti@fastwebnet.it )
grazie per non averlo dimenticato anche per chi lo ha conosciuto
leggo ora della dipartita del caro Maestro. Sono stata sua allieva, presso la scuola in paizza del Rosario, quando ero ragazzina, negli anni ’70. L’ho semrpe ricordato con molta simpatia perchè era una gran brava persona, dotata di simpatia e ironia ma era anche un grande Musicista.
Anna
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