Eccomi, sono arrivato! Sono il gatto della Cri, ovvero, vivo con lei, io non sono di nessuno! No, no… quello che hai letto, non è un errore! Io, IO, sono proprio un gatto, un gatto maschio. Cioè… sono un maschio dentro è ovvio perchè lei, si sempre lei, quando avevo sei mesi ha pensato bene di dare un taglio … bhè dai… l’hai capito tanto… solo perchè quando sono andato in calore ho fatto un disastro in casa! In più sto nome… tendenzioso no? Quando arrivano gli amici e Cri mi presenta cominciano tutti con “ma che bella gattina…” “vieni micetta” e così via… io mi lascio coccolare e aspetto paziente che dalla bocca di Cristina arrivino le spiegazioni inesorabili… lei, un pò interdetta forse, non aveva capito e mi ha affibbiato sto nomignolo… io mica lo sapevo, cosa significava intendo, altrimenti mica mi sarei abituato! Vabbè. Ormai l’ho perdonata. Non capìta ma…
Ho diciotto anni e sei mesi. Sono ancora un tipo tosto (cosa credi?) e vivo con lei e la sua “allegra famigliola” da … cielo… praticamente da sempre! Avevo quaranta giorni quando è venuta a prelevarmi dalla mamma. Bhè… io ero contento però! Mi ha infilato in quell’enorme gabbietta in una sera buia di novembre e sono andato a casa. Mi sono abituato subito bene. Ho trovato un sacco di coccole e Federico, quel bambino che oggi ha 22 anni, mi faceva giocare a nascondino (forse è meglio dire che lo facevo giocare io!) e con la sua pista di macchinine (uno spasso vi dico!!! rincorrerle era un piacere e poi… zack! le zampavo fra le urla e le risatine di tutti!).
Il mio primo natale è stato una scoperta! Avevano preparato un albero di due metri… due metri! Notevole no??? ed io? potevo stare lì in basso a guardarlo? tutte le palline colorate, le lucine e quella fantastica stella in alto… dovevano essere mie! Così salivo come un arrampicatore (senza i chiodi!!!) e mi davo alla pazza gioia per raggiungere la vetta. Sì, lo ammetto, un paio di cosette le ho rotte… ma vuoi mettere il divertimento???
Mi lasciavano fare quello che mi andava, senza imposizioni, e così mi sono creato i miei spazi ed i miei ritmi. Certo, da piccolo giocavo un po’ di più… con le ombre, con i fili… ma oggi sono un micio grande! Se gioco con il filo è solo per far contenti gli altri (ah… cosa non bisogna fare per una ciotola di latte!).
Poi è arrivato l’altro, sì il cucciolo umano. L’ho visto nascere. Era un mostro!!! Non avevo mai visto un umano così piccolo (eppure era sempre più grande di me…). Quando Cristina lo metteva nella culla andavo sempre ad accertarmi che stesse bene. Entravo anch’io e lo guardavo. A volte mi sembrava non respirasse allora cercavo di avvicinarmi per controllare meglio, mi appallottolavo al suo fianco e facevo le fusa (si sà, il ritmo cantilenante delle fusa e le vibrazioni prodotte sono terapeutici!). Ma poi arrivava lei (o il padre di quel cucciolo) e mi tiravano fuori. Avevano anche il coraggio di sgridarmi!!! Che ingrati. Ma io non desistevo e quando capivo che Willy (quello è il suo nome!) non respirava tornavo da lui!
Poi Willy ha cominciato a crescere! Cielo… è stato una vera e propria croce, un tormento ti dico! Appena ha capito com’era la storia, dell’abitante della casa peloso, ha preso a strapparmi i peli, infilarmi le dita negli occhi e nelle orecchie. Guardavo Cristina rattristato ma dai suoi commenti mi rendevo conto che era terapeutico per il bambino… e quindi lasciavo correre e sopportavo. Quando ha iniziato a camminare, sempre lui, ha iniziato ad inseguirmi. Un tormento. E poi… la pistola, le frecce, le palline… Cielo che vita! Meno male che non mi spara più!
Oggi Willy, dopo la Cri, è quello che mi coccola di più e, incredibilmente, quando non lo fa lei, si prende cura anche delle mie necessità primarie (non ho il pollice opponibile, questo si sà…). Diciamo che anche la nonna non scherza, è affettuosa, simpatica, gentile e premurosa (da lei vado in montagna, d’estate, quando qui tutti muoiono di caldo!).
Più di quattro anni fa è arrivato Lele. Caspita che pezzo d’umano! Mi piaceva, mi piace!!! Ha un’odore che mi manda alle stelle! Quando l’ho conosciuto continuavo a baciarlo, mi piacevano soprattutto le sue braccia. Lui apprezzava e io continuavo! Non mi butta giù dal letto, mi gratta la panza, mi fa gli scovolini in testa, posso arrampicarmi su di lui e non si lamenta e quando mi parla sembra un’umano andato di testa ma tanto tanto tenero!!! Glielo lascio fare… so di dargli una grande gioia e… sinceramente la da anche lui a me.
Dopo Lele, nell’ordine, è arrivata un’altra tipa. Un po’ mi somigliava ma era diversa. Quattro zampe. Due orecchie. La coda. Sì… mi somigliava molto… anche se il mio mantello è decisamente meglio, il suo era bianco a pelo raso e con tante macchie nere. Mi dicevano: Lady ti piace? Si chiama Kira… è una piccola di dalmata. Mi piaceeee???? NO!!! No che non mi piace! E’ piccola. Puzza. Fa la pipì in giro. Crede che io sia un suo amico (e non lo sono!) e cerca di comportarsi come me… distrugge tutto, mangia la mia pappa… NO! Certo che non mi piace. Però poi… mi ci sono affezionato. Qualche zampata per rimetterla a posto ma ha capito chi era il capo: IO! La pappa era stata alzata di un metro da terra (io ci arrivavo e lei non poteva pena la morte!!!). Io vivevo nel mio limbo ed evitavo il contatto ma… ogni tanto era inesorabile, veniva a darmi delle musate con quel naso nero e umido… Le attenzioni si erano spostate su di lei ma, per fortuna, nel letto comandavo ancora io!!!
Oggi la Kira non c’è più. Mi manca a volte. Un po’ mi comporto come lei… elemosino il cibo dal tavolo e mi sono fatto più agguerrito. E’ andata a vivere in una fattoria fuori Milano con un cavallo! Con un cavallo e delle capre!! Ti rendi conto??? In mezzo a tantissimi animali tutti diversi! Perchè qui non stava bene forse? Nei nostri 85 mq di casa, dove poteva distruggere tutti i libri della Cri e i giochi di Willy (anche il fucile a palline da ping-pong! la mia ossessione). Aveva fatto anche la “cuccia” nell’enorme divano di pelle della sala, dove nascondeva tutti i suoi trofei (palline da tennis sleccazzate, ossi mangiucchiati e ancora umidi etc.)… Certo, non usciva molto. Povera. Lei voleva sempre correre. Bhè… tradirmi per un cavallo… non lo sopporto… ma sono sicuro che è felice, ha fatto anche dei cuccioli! Beata lei… io… bhè lasciamo perdere sta cosa, ormai…
Credo di aver detto tutto.
Piacere di aver fatto la tua conoscenza, magari un giorno torno ok???
A rivederci! Lady (detto anche Maud)
[…] Riferimenti: Il mio carissimo amico […]
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