DON’T PANIC
(La scritta rassicurante è necessaria per il giusto equilibrio di ogni cosa)
Per come mi sento in questi giorni, in questo periodo forse, Arthur Dent si sarebbe sentito in sintonia con me.
Non per le stranezze ma per la velocità degli eventi.
Quasi non faccio a tempo a pensare che subito si passa alla realizzazione e non mi do spiegazioni perchè sta già succedendo qualcosa.
Il pesce di babele, quindi, non sarebbe stato un cattivo compagno per darmi le varie interpretazionidei rumori che mi circondano.
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Il lavoro.
Dopo la “scusante” della neve di settimana scorsa che venerdì mi ha costretta in casa, devo ammetterlo: mi mancano le idee per dare quel tocco di cambiamento e quella ventata di freschezza, necessari per fare il restiling del prodotto sul quale ho lavorato già a suo tempo per la creazione.
Si tratta di mancanza di stimoli dovuti alla consapevolezza del tipo di importanza che si darà allo stesso.
Praticamente nessuna.
E mi chiedo perchè investire per fare dei cambiamenti quando in attesa ci sono tanti lavori che mi guardano ammiccanti in attesa, poveretti, d’esser sviluppati.
Se non altro per le tempistiche che richiederanno.
La casa.
Il mio grande jolly del momento.
Se lo sconforto per la mancanza di idee rumoreggia nei miei pensieri mi rifugio nel nido della nostra vita.
Piccola ma sempre più accogliente.
Stamattina andremo ad acquistare tutti gli elementi per renderla ancora più gradevole.
Il merito è suo.
Sì. Suo di Lui.
Senza melenserie, però il topone timido ha un nonsochè che rende possibile far di ogni cosa una bella cosa.
Stessa cosa per la casa.
L’evoluzione.
Ok. Ho deciso. Oggi Willy presenta finalmente la domanda per fare il patentino.
L’anno scorso non l’ho fatto iscrivere per paura di distrazioni verso la scuola e forse è stato peggio.
Quest’anno voglio credere che serva da incoraggiamento.
Stamattina, alle sette meno dieci, quando è venuto a baciarmi, mentre assonnata aspettavo che la macchina del caffè si scaldasse, l’ho guardato e sono rimasta impressionata.
Stivali (e non le solite scarpe da tennis), jeans ad alta vestibilità, la felpa che si intravedeva appena, per il cappuccio che fuoriusciva dal giaccone di renna (a dispetto del solito piumino nero) che ieri gli hanno regalato i miei.
Ho avuto un mancamento.
L’ho guardato ed ho visto un uomo.
Accidenti.
Dimostri davvero i tuoi quindici e mezzo, ma forse anche di più.
Non sei più, ma proprio no, il mio cucciolo bambinone.
Sei sempre tenero, simpatico, aperto e solare, un po’ pigro e bugiardo ma talmente buono che non si può fare a meno di soprassedere alle tue monellerie.
Se solo… solo…
Accidenti. Piccolo Willy. Dacci dentro… In fondo hai una testolina notevole… si tratta solo di incanalare bene tutte le tue energie.
Il circondario.
E’ affascinante guardare fuori dalla finestra, stamattina.
Dal buio totale con un’unica stellina a far capolino, ho raggiunto l’alba scrivendo sul mio computer. Ora il cielo è striato di rosa e, tutto intorno, i campi sono avvolti da una leggera nebbiolina che aleggia sopra gli stessi, ancora bianchi dopo la lunga nevicata.
Foto:
L’evoluzione del circondario.
By laCri®