“L’innamoramento tende alla fusione, ma alla fusione di due persone diverse. Perché ci sia innamoramento occorre che ci sia diversità che però esiste e deve esistere. La persona amata interessa perché è diversa, perché è portatrice di una propria inconfondibile specificità. Questa specificità, questa unicità anzi nell’innamoramento si esaspera. Noi vogliamo essere amati in quanto esseri unici, straordinari, insostituibili, assolutamente noi stessi”. Francesco Alberoni
Naturalmente nel suo libro lui fa riferimento alla coppia ma io mi chiedo se effettivamente questo sentimento non possa essere proiettato anche sulle amicizie. In fondo ho sempre pensato che una vera amicizia nasca, sostanzialmente, anche dall’innamoramento che si prova nei confronti della persona. La fisicità diventa l’ultima espressione di questa infatuazione. Non è necessaria, dunque, nel relazionarsi più distaccato quale può essere una conoscenza che si rafforza in relazione amichevole. L’affiatamento nel trovarsi in tutto, dalle conversazioni, al modo di porsi, alle affinità intellettuali, seppure diverse, così livellate. Ma forse l’innamoramento e la sofferenza, alla quale lo stesso conduce, può essere enfatizzato, nel mio specifico, dalla lontananza, dal desiderio represso di poter approfondire solo ciò che ho potuto pregustare per così poco tempo.
Da tempo non mi sentivo così, da quando, cioè, mi sono innamorata di Lele. Ultimamente, lo ammetto, sentivo un desiderio di turbolenza nei miei sentimenti. Queste nuove amicizie mi danno quel piacere e quella sensazione di inquietudine necessaria a sentirmi nuovamente viva e, meraviglia, non sono l’unica a provare quest’emozione. Rimane fermo e stabile l’amore profondo che ho per il compagno della mia vita ma sento nuovamente la mia mente e le emozioni in fibrillazione.
A voi non è mai capitato?
