Partiti? il venerdì sera si chiude nell’incertezza. Andiamo o non andiamo? Tante cose da fare, gli impegni, la paura di buttare via del tempo importante. Mah. Ci pensiamo domani ok?
E il sabato mattina arriva. Allora che facciamo? Sai che tutto dipenderà da questo. Ok dai. Allora si và.
Inizia la corsa. Spesa dal macellaio, domenica sera facciamo la bourguignonne, la carne serve freschissima.
Spesa al supermercato. Che palle. Meno male che ci siamo alzati per tempo! Ma è sempre bellissimo far le cose insieme. L’umore è alle stelle.
Corriamo a prepararci, niente vestito grigio e cravatta? Ma sì. Vada per l’informale. Sei bellissimo anche con i pantaloni di lino e la camicia rosso scura a maniche corte, resto per un momento senza fiato e rincomincia la corsa.
Una volata da mamma, ha bisogno di due cosine e poi in chiesa. Tutto sommato il ritardo è ragionevole. Solo una decina di minuti. Ritroviamo gli amici che ci avvolgono con il loro calore. Finita la cerimonia si va a pranzo.
Tutto pare girare bene, anche se il tempo grigetto incombe e per un attimo sento salire un po’ di malumore. Ma tutto passa. In modo veloce e siamo lì, a far baldoria, con le “gambe sotto il tavolo” ed a cantare e gridare agli sposini. Siamo una bella compagnia. La tua, scusa amore, ma la sento un po’ anche mia. Sono la più vecchia ma nessuno me lo fa pesare, mi amalgamo bene io!!!
Tutto finisce e ci ritroviamo ancora più vicini a persone che pensavamo non facessero più parte della nostra vita. Promesse. Ci ritroveremo. Speriamo. La voglia è tanta. Con ognuno una parola meravigliosa, un sorriso caldissimo, baci abbracci. Ma non può finire così.
Ci ritroviamo, i fedelissimi, giù in piazzetta e andiamo in una dozzina a vedere la nuova casetta di una coppia. Sempre di corsa perché la sera, per cena, degli amici ci aspettano. Dopo tanto letargo abbiamo deciso di riprendere la vita sociale e tutto arriva in una ventata di freschezza. L’estate aiuta.
Con un “leggero ritardo” ci fiondiamo dai nostri amici. Lele è brillissimo. Bellissimo. Brillantissimo? insomma tutto issimo?guido io, non perché non mi fidi ma se almeno ci fanno l’etilometro io sono quella che se la passa meglio.
La stanchezza alle due di notte ha la meglio. Torniamo a casa stanchi, un po’ brilli, ma felici come due adolescenti.
Domenica. Il concerto che dovevamo andare a vedere salta. Peccato. Lele ci teneva tanto, suonava un suo ex allievo. Ma il sonno e i postumi hanno la meglio ed io mi dedico alle incombenze casalinghe.
Finalmente riesco a lavare i vetri della sala e? ohhh meraviglia: ma c’è tutto un mondo fuori! Tutta fiera del mio capolavoro mi butto ai fornelli per il risottino alla milanese. Poi stasera sbraghiamo con la carnina!
Dopo pranzo non reggo. Ho bisogno di una pausetta. Diciamo che ci si mette anche l’intemperanza femminile.
Alle cinque si riprende la corsa. Sistemiamo altri scatoloni. Schiavizziamo il piccolo Willy che ormai è “il ragazzo della spazzatura”. Sacchi e sacchi neri hanno invaso la stanzetta condominiale. Ora la nostra casetta comincia ad avere una nuova faccia. Siamo felici.
Ci guardiamo soddisfatti e, senza fermarci un momento, iniziamo il rituale della cena. Il buon Guru, il nostro amico invitato, si diletta nella “depilazione” delle patate, Lele taglia a pezzettini la carne, io mi giostro sul resto. Sono le 21.
Finalmente seduti. Chiacchiere a fiume. Tra noi, con i ragazzi. È un momento di aggregazione incredibile. Tre generazioni a confronto, quattro uomini e una donna. Li guardo e sorrido. Sono fiera della mia famiglia “allargata” e del nostro amico. Sono fiera di come la nostra vita prende piede. Piano piano la compagnia si sfalda e Willy e Fede si ritirano. Restiamo noi “grandi” con le nostre chiacchiere ed il mio mal di testa incessante. Mi accommiato dispiaciuta ma so di lasciare due uomini in gamba a chiacchierarsela davanti all’ultimo amaro e forse qualcos’altro?
Stamattina nel dormiveglia ci siamo detti ti amo mille volte. E la nostra giornata è iniziata in modo radioso.
La felicità ci ha baciati e noi la assaporiamo appieno.
Mag 24, 2004