Gianni, dunque, non sapeva davvero cosa fare. Rosa cercava di essergli vicino, come meglio poteva, ma lui non riusciva, comunque, a farsene una ragione. Se, entro una settimana, non avessero trovato due milioni, non sarebbero riusciti a comprarla.
Diavolo: erano già nel 1974, erano cambiate davvero tante cose e, finalmente, si prospettava la possibilità di comprare la casa. Non voleva più sentirsi schiavo di quell?uomo che condizionava la loro esistenza con piccoli e meschini ricatti. ?Per imbiancare la casa non potete togliere la tappezzeria… Che follia era mai questa? Significava che avrebbero dovuto continuare a vivere in quella casa in affitto, tenendola pulita ed in ordine ma con delle pareti che avevano un aspetto lurido, sciatto e trasandato. E poi, piccoli e sostanziali aumenti, quasi tutti gli anni, che rendevano sempre più ristrette le loro possibilità.
Basta. Era ora di comprarsi l?appartamento e avvicinarsi anche alla ditta. Così Rosa non avrebbe più dovuto farsi quei venti chilometri in motorino, con qualsiasi tempo, in qualsiasi stagione, alle cinque di mattina.
Dolce Rosa. Gianni la guardava e restava sempre esterefatto dalla sua bellezza. Una donna unica. La sua carnagione chiara e luminosa, i suoi meravigliosi capelli neri ed i suoi splendidi occhi cerulei. Piccolina. Fatta come una bambola. La pelle di seta. Una donna con mille doti, creativa e materna, umile e servile quanto bastava per farlo sentire un re. Appassionata e mite anche nell’intimità. Insomma Rosa era davvero una donna stupenda e i suoi difetti, quale, ad esempio, l’alzare troppo la voce e, a volte, di parlare troppo, erano davvero poca cosa e tutti i suoi pregi la rendevano meravigliosa agli occhi di Gianni che non era in grado di farne a meno.
Finalmente, avevano trovato quel bell’appartamento, in Monte Rosa, al terzo piano. I ragazzi non avrebbero avuto una stanza a testa ma, già ora, condividevano sempre tutto e sicuramente ci sarebbero stati bene.
I ragazzi? in realtà erano ancora due bambini. Giannetto e Maria. Lui nove e lei otto anni. Due bambini che avevano dovuto crescere in fretta, imparando cosa significasse gestirsi la vita da soli, perché mamma e papà lavoravano ambedue e non avevano nessuno che potesse stargli vicino. Gianni, per la verità, avrebbe voluto due maschi ma non l’aveva mai detto alla sua piccola morettina con i capelli e gli occhi d’ebano. Alcune volte, quando la guardava, stentava a capire se l’amava o non la tollerava. A volte si chiudeva in silenzi talmente pesanti che avrebbe voluto scuoterla a schiaffi.
In compenso era buona, dolce e molto educata e questo lo gratificava.
Doveva assolutamente trovare quei soldi ma dove? Aveva fatto i conti centinaia di volte ma non riusciva proprio a far saltare fuori quel danaro. Gianni dovette accantonare la faccenda.
Ma solo per qualche giorno.