Milano oggi sa di buono.
E’ fantastica.
Il cielo è così terso che mi sembra di vivere in una città che non è la mia.
Da casa, e da tutta la periferia milanese, oggi si possono gustare le prealpi nel loro immenso splendore. Vette ancora innevate. Cirri altissimi. Alberi fioriti ovunque e tanto verde da dare pace anche ai pensieri più convulsi.
Il profumo dell’aria, grazie anche al fatto che al sabato c’è meno traffico, è delizioso e la temperatura gradevole.
Mi piace la “mia Milan” quando c’è il sole.
Mi piace quando posso godere di ritmi rilassati e guardare la gente affacendarsi nella vita domestica.
Mi piace immaginare i molti caravan che vedo sulle tangenziali, verso un fine settimana che anticipa le vacanze.
In questi momenti non mi manca nemmeno il mare.
Ma lo amo tanto. Il mare intedo. E sono tanto felice che quest’anno riprendo “l’usanza” delle mie vacanze marine, interrotta, lo scorso anno, dal trip del “testiamo la montagna, così ci riposeremo”.
E’ un periodo di grandi programmi.
Quasi per scherzo abbiamo buttato giù un’ipotetica lista di persone che vorremmo avere al nostro matrimonio. Matrimonio? Sì. Ci piacerebbe. Magari l’anno prossimo. Prima, comunque, sarebbe impossibile. Concretizzare quest’evento non sarà semplice e, alla fine, non so nemmeno se accadrà. Per ora mi piace fantasticare sul come mi sarebbe possibile vivere questa giornata, così banalmente comune a tantissime persone, rendendola unica. Lo so, è quello che tutti i futuri sposi sperano. Ma per rendere speciale un giorno simile e non far annoiare amici e gente cara con i quali festeggiare, nel vero senso della parola, la nostra nuova famiglia, è richiesto un investimento enorme tale da farci orientare da un impegno economico da smaltire nel tempo.
Ummmm … i prestiti mi hanno sempre allarmata profondamente.
Ho sempre creduto che ognuno di noi al massimo dovesse farli per affrontare spese come l’acquisto della casa e, al più, della macchina.
Oggi fare un prestito è normale.
Per acquistare i beni materiali, per un viaggio, per un matrimonio… Le finanziarie pullulano e, sempre di più, sono tollerati impegni che si esauriranno a lunga scadenza.
Una nuova politica economica. L’indebitamento.
Così, penso, oltre ai circa 30.000 euro di indebitamento pubblico, pro capite, che ci dobbiamo sopportare a chiusura di questa realtà politica disastrosa, abbiamo anche i nostri impegni veri e reali che ogni giorno attingono da un budget, praticamente fisso da anni, che dovrebbe comunque servire solo ed esclusivamente al nostro sostentamento e, magari, a qualche momento di svago.
Proprio questi pensieri mi frenano e mi fanno guardare al futuro con timore.
I miei genitori erano formichine. Si sono privati praticamente di tutto, per tutta la vita. Solo le esigenze primarie, il superfluo non esisteva.
Noi non ci facciamo mancare nulla. Ma non abbiamo nulla. Di fatto. Tutti beni di consumo.
Il conflitto interiore, di fronte alla consapevolezza, quindi si alza sempre di più.
E’ giusto vivere in modo morigerato, privandosi di quello che la società consumistica propone, anche senza approcci in piccola misura e quindi programmare il futuro lontano, per noi stessi e per i nostri figli, che oggi si prevede grigio e nebuloso?
Oppure, banalmente, vale la pena di vivere giorno dopo giorno, osando, impegnando ogni più piccola entrata nel piacere fittizio (ma anche no) e godersi una vita di piccoli piaceri, anche con i propri cari?
Non è facile decidere, soprattutto se si considera che, nel nostro caso, il piacere fittizio è dato da piccole cose quali, che sò, andare in trattoria una volta alla settimana, comprarsi dei libri, dei dvd, avere i computer sempre in ordine ed aggiornati e, perchè no, decidere di fare, ogni tanto, qualche viaggetto pur sempre all’insegna del risparmio.
Nell’indecisione, intanto, sogno e mi lascio trasportare nelle mie fantasticherie come in una sorta di vita parallela.