Sono le tre. Di notte, ovviamente.
Il caldo del piumone sta diventando sempre più opprimente.
Apro gli occhi e devo andare in bagno.
Le ciabatte, chissà dove sono… va bene, tanto ci sono abituata, via, a piedini scalzi.
Sono troppo insonnolita e non mi va di accendere le luci ma in bagno non posso farne a meno.
Click.
Che ca… diamine! Cosa ci fa una blatta sul tappetino salmone del mio bagno.
Che schifo!
La fisso e le mie cellule celebrali cominciano a lavorare tortuosamente. Pondero le possibilità.
Se urlo non cambia nulla e spavento il palazzo, comunque non l’avrei fatto.
Se mi muovo scappa e poi? Chi lo ripiglia? Si ma chi lo piglia?!???!!…. bleah… devo proprio farmi coraggio. Ci sono qui io….
In simultanea, e mi chiedo come sia stato possibile, mentre faccio l’analisi delle probabilità, comincio a chiedermi da dove possa essere spuntato.
Sempre guardinga ed a debita distanza controllo in giro.
Doccia, no, impossibile. C’è il chiuditappo.
Water? no no come potrebbe risalire la tazza e poi… naaaa non voglio nemmeno ragionarci!
Vasca… ummm forse…
non faccio nemmeno a tempo a guardare che con la coda dell’occhio vedo Darth Fener cominciare i suoi movimenti. Ha le movenze veloci ma pare anche lui un po’ impastato dal sonno. Meglio.
Dunque… vediamo.
In ripostiglio dovrebbe esserci lo spray per gli scarafaggi.
Ora pare proprio mi stia guardando… che schiiiiiifoooo!!! Che hai da guardare???
Si muove… ancoraaaa???? dove dove??? accidenti è andato sotto il mobile del lavandino… ok.
Non spegnere la luce.
Andare senza correre in ripostiglio.
Prendere…. naaaaa eddovecavolo… ah, sì, mi pare di averlo messo sotto il lavello della cucina.
Allungo il passo. Accendo la luce. Il gatto dorme sul divano… che diavolo, ha quasi vent’annni e non ha nemmeno imparato a dare la caccia agli… che schifo alle blatte!
Il mio pensiero è fisso a Darth Fener… se dovesse tirare fuori la spada laser sono finita. Non lo ribecco più.
Eccolo! Maledetto spray… ti ho trovato! Ma quanti anni ha sto barattolo? Ci sono su tutti gli insetti del mondo ma non la famiglia dei Fener… ca…o! ma funzionerà ancora???
Ritorno in bagno ma mi premuro di spegnere la luce, vurria mai che si svegli il gatto e si sentisse in dovere di aiutarmi!
Ok, proviamo… che schiiiiiifoooooooo! Ho la pelle d’oca alta sette millimetri! Non ho paura, non ho paura… lui è piccolo e, bhè non è che io sia un gigante… comunque almeno su Vader ho la meglio….
Comincia la tortura… ma che idiota sono??? ho lasciato la finestra chiusa… spruzzo, non funziona bene ma l’effetto c’è… Vader esce allo scoperto, è stordito, lo capisco si muove barcollando…
Sono stordita anch’io ma posso sicuramente farcela.
Studio il nemico.
Guardo la direzione e… noooo noooo torna ancora sotto il lavello! Esci! Esciiii marrano…. ecco ma sto coso proprio stasera non doveva funzionare???
Ecco, è di nuovo fuori, ma sembra si sia già assuefatto… la famiglia dei Fener è l’unica che potrebbe resistere alle radiazioni di un bombardamento nucleare, perchè mai dovrebbe sopperire ad una bomboletta mal funzionante???
Infatti comincia l’inseguimento. Fisico…
Sono a piedi scalzi e terrorizzata di metterci sopra un piede. Potrei morire…
E invece Vader decide di prendere la strada del suicidio. Si aggira sotto il porta asciugamani che prontamente alzo e con il piedistallo rotondo assesto il primo colpo.
Non cede. E’ esangue ma si muove ancora… alzo nuovamente con più foga e con la prontezza della disperazione la mia arma che questa volta si scaglia violentemente sul povero insetto.
Crack… anzi… Scrach…
Mentalmente conto fino a tre alzo e…. bleah… è proprio lì… tutto bidimensionale. E’ come se gli fosse passata sopra una schiacciasassi. E deve aver provato questa cosa…
Lo so… sono una vigliacca, avrei potuto prenderlo con la carta igienica e buttarlo fuori dalla finestra.
Sono dispiaciuta. Ma in fondo anche quando è morto Vader non è che si siano fatti tutte ste menate no?
OK ok… non è la stessa cosa ma intanto del cadavere??? Mica posso lasciarlo lì?
Chiamo Lele per aiutarmi a rimuoverlo?
Naaa ormai ho fatto tutto io, potrebbe anche prendersi il merito dell’omicidio. Oppure mi accuserebbe per una settimana per aver tolto la vita a Vader.
Ok, è deciso. Passo lungo, supero il cadavere, prendo il lenzuolo bianco, lunghissimo e raccolgo la rimanenza, apro il coperchio della tazza e … via.
Un funerale dignitoso. Senza fronzoli ma veloce e sentito.
Disinfetto un po’ in giro e mi sento stanca.
I combattimenti sfiniscono e le vittorie a volte sono amare.
Accendo la luce e controllo dove possa essere il gatto. Si sà mai, che l’abbiano già avviluppato… ma sono lentamente scivolata nel sonno, per fortuna.