La sveglia suona. Maledetta lei. Ogni mattina ha quel suono terribile che entra nei miei sogni e li infastidisce. Usurpa il mio desiderio di risveglio. Mi tengo legata per qualche minuto al cuscino ma non resisto. Ormai sono alla realtà. Alzo il piumone. Metto i piedi in terra ancora con gli occhi chiusi. Il gatto scivola giù dal letto. Leggiadro però malgrado i suoi diciotto anni, passati da sei mesi. Ma che fa? Salta sulla scrivania? Il beep della sveglia mi assorda. Guardo meglio, la metto a tacere per altri nove ricchi minuti nella vana speranza di reinfilarmi al calduccio. Giro gli occhi sul gatto che si sta placidamente mangiando le foglioline delle mimose, che il nostro amministratore delegato ci ha fatto trovare sulla scrivania. Nooo. Le foglioline no! E poi sono in un bicchiere di vodka, se sbagli e tiri troppo mi fai cadere l’acqua! Ma perché ti piacciono così tanto. Dai vieni qui? lo sollevo dalla sua pancia calda e pelosa ma si fa prendere dal panico e con una zampa si trascina un posacenere di vetro verde e blu, che tengo per mettere gli ammennicoli che mi tolgo di dosso. Il rumore mi assorda. Faccio un piccolo scatto nervoso ed il terrore del micione gli fa allungare una zampa, con le unghie estratte, sul mio occhio destro. Doloreeeeee?. Mollo il gatto senza troppi salamelecchi e mi fiondo nel letto a piangere disperata. Cerco di capire se il bruciore che sento è dato più dalla rabbia per il posacenere in mille pezzi sparso sul pavimento o per il graffietto sotto le ciglia inferiori (si chiameranno così?). Tuttedue. Considero solo per un attimo che poteva “cavarmi” un occhio. La sveglia torna a tormentarmi. La rispengo e guardo tristemente il pavimento. Considero. Devo pulire. Devo farmi la doccia. Fare colazione. Ok è finita. Devo proprio muovermi. Un leggero lampo d’odio verso il gatto e mi dirigo amaramente verso la scopa.
La giornata è cominciata.
Mar 11, 2004