Giorni festosi e veloci. Giorni fatti di stanchezza e di spossatezza. Giorni in cui la sera non ho nemmeno voglia di finire di vedere Markette perché non riesco a tenere gli occhi aperti forse per la fatica accumulata negli ultimi tempi? conto sulle dita e… erano quattro mesi? quattro mesi che non vivevo giornate intese come vacanza.
Ma oggi è già finita, non per me personalmente, ma le vacanze sono tali se ci si ferma tutti altrimenti il mondo continua a girare no?
E il mondo per noi è quel piccolo, magico universo, fatto di piccole cose e di quelle poche persone che ci ruotano intorno con amore.
Allora sì che è vacanza!
Alzarsi ad ore strane.
Spaparanzarsi come la domenica sapendo che domani sarà ancora la stessa cosa.
Ehhhh… belle le vacanze. E se sono, poi, costellate da lucine, da canti natalizi intonati da bimbetti o bravissimi cantanti jazz, allora sono sicuramente quelle che ti portano verso il Natale.
Fino a quando non faccio l’albero in casa mia, tutto quello che vedo in giro è solo consumismo, freddezza, disgustosi allestimenti senza calore ed umanità.
Quando apro le scatole di cartone, che recuperiamo dagli abbassamenti, è tutto un rito. Fin dalla mattina di sant’Ambrogio (che per noi a Milano è festa!) si gioca un ruolo festivo. La lentezza della giornata stessa aiuta. Ma i canti natalizi prendono il sopravvento e l’aria comincia a diventare come quella che ogni anno, in fondo, mi rende deliziosamente gioiosa. Cinguettante e felice comincio a fare piccoli accenni a Lele per dare un vestitino natalizio alla nostra casetta. Così decidiamo che fare e quando farlo. La giornata del nostro santo milanese è stata completamente dedicata a sistemare e rimettere in ordine tanto del delirio occorso ultimamente (e ancora tanto ci sarebbe da fare!) ma ieri, festona ufficiale che annuncia l?arrivo del Natale, dopo un po’ di “sano” shopping in un centro commerciale straboccante di gente, eccoci pronti. Recuperato tutto il materiale lo disponiamo in bella mostra in giro. Non posso assolutamente fare a meno del presepe anche se, da solo, non mi basterebbe. Gli allestimenti sono completi solo se sotto l’albero c’è il mio presepe composto dalla casina e dalle tenere e umili statuine e pecorelle che utilizzava mio padre più di trenta anni fa. E ogni anno, ogni pezzo, viene riposto con amore dentro al proprio sacchettino. Ogni pezzo viene aperto e guardato con affetto, anche se, in alcuni casi Kira, la mia dalmata, aveva lasciato su di essi dei ricordi decisivi! Passano le ore e gli allestimenti diventano una gioia e tante lucine colorate che riempiono la casa.
Adesso, guardandomi intorno, posso dire che sta arrivando quella festona che presto ci troverà tutti uniti a raccontarci le nostre storie… fino all’anno prossimo.