Mentre ascolto i REM cerco l’ispirazione…
Non è facile trovarla,
L’ispirazione.
Leggo svogliatamente i blog degli amici,
fermi ancora a qualche giorno fa,
lascio qualche commento, più o meno entusiasta.
Ascoltare i REM mi ricorda i viaggi in treno..
Anni fa viaggiavo spesso. A volte “bigiavo” le mie giornate lavorative, andavo alla stazione centrale, compravo un biglietto per un posto qualunque, compravo un libro e salivo sul treno… il tempo trascorreva, con il rumore dei binari nelle orecchie. Credevo di partecipare ad una vita non mia. Credevo d’essere un’altra persona. E sognavo. Sognavo una vita diversa, magari migliore. Sognavo di viaggiare, per raggiungere qualcuno o qualcosa. Per scoprire nuove vite. Per affondare il mio viso nel risvolto della giacca di un uomo che mi amasse… cercavo, speravo, fuggivo…
La signora davanti a me aveva un vestito demodè… quel giorno stavo andando da un amore… non proprio un amore, diciamo un occasione.
C’eravamo già incontrati a Modena.
La sua casa era piccola ma bellissima. Curata quasi in modo femminile. Il legno faceva da padrone. I colori erano caldi. Le tende semplici e svolazzanti.
Era un giorno di primavera.
Il suo sguardo feriva i miei pensieri. Cercava conferme che non avrei potuto dargli.
Ma per quel giorno era un gioco da giocare fino in fondo.
Una cenetta in un ristorantino fuori Modena.
Come due vecchi amici a raccontarci l”impossibile… correre verso l’auto per evitare la pioggerella che, improvvisa, ci aveva raggiunti alla fine della cena. Mano nella mano. Due ragazzini o poco più…
La signora del treno aveva le mani curate. Era tonda e gioviale. Mi sorrideva come si sorride ad una compagna di viaggio occasionale e aveva troppa voglia di parlare.
La stazione che mi attendeva era sopraggiunta. Un ultimo sguardo alla signora, un sorriso, un arrivederci a mai…
Mentre mi accingo a scendere sistemo il caschetto svolazzante. I miei capelli luminosi erano il mio specchio. Lui era già lì. Ti aspettavo. Mi aspettava. Catturati dal magnetismo del momento ci stringiamo in un abbraccio infinito. E via. Verso le colline, verso il laghetto, verso l’erba verdeggiante e le fronde luminose…
I miei viaggi segreti.
Le sorprese.
Le attese.
I rientri.