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I gruppi scout e le discriminazioni sessuali: l’argomento bruciante di Rudy Bandiera

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rudy-bandiera net propagandaStamattina il giornalista e grande professionista della rete, nonché carissimo amico, Rudy Bandiera ha pubblicato un articolo interessante sul quale ho deciso di soffermarmi, se non altro per la lungaggine del mio intervento che stavo per fare nei commenti ma che ho deciso di trasformare in un post nel mio blog personale.

Rudy, che ritengo un uomo assolutamente equilibrato e tollerante, in questo articolo “Boy scout e gay, rapporto difficile. Per i boy scout” si è inalberato verso gli scout per il loro modo di essere in generale ma, più approfonditamente, per alcune affermazioni sostenute da padre Francesco Compagnoni (assistente ecclesiastico del Masci).

Vi invito a leggere senz’altro il suo articolo, che indubbiamente è riferito più alla classe dirigente scout ed agli adulti, dove potrete farvi un’idea più precisa sul suo pensiero ma riprendo un passo che condivido solo in parte ovvero se questo pensiero porta solo ai movimenti cattolici:

Insomma, non è che mi siano mai andati giù ecco. Ma poi adesso, adesso si che ho un buon motivo per non farmeli andare già! Sono dei razzisti, semplicemente. O comunque sono razzisti i loro portavoce, il che fa dei razzisti potenziali tutti quelli che aderiscono al movimento.

I gruppi scout sono, e devono essere, dei gruppi in cui i bambini ed i giovani possono trovare una forma di svago in sinergia con le regole che dovranno imparare per vivere nella nostra società. Devono essere vissuti quale forma migliorativa per i nostri figli, e quale canale d’apertura verso lo scambio comunicativo genitori-figli. Diversamente, a mio avviso, non hanno ragione d’essere.

Il mio intervento, dunque, per Rudy Bandiera vuole essere in questi termini:

E’ un argomento difficile, quasi di più di quello della discriminazione sessuale stessa.

Posto che lo scoutismo tratta senz’altro una sorta di “militanza” (parola che mi sovviene ma indubbiamente va soppesata) per il senso di squadra, la divisa, le regole e la scala gerarchica che si configura nei gruppi stessi, è anche vero che esistono gruppi scout laici che non seguono i dictat ecclesiastici ma si configurano in termini più sereni e si aprono in modo più tollerante verso la preparazione delle persone nella società.

Detto questo è importante fare delle valutazioni del perché può essere importante che i nostri figli siano coinvolti in questo tipo di situazioni, in una società sempre più frenetica in cui il rapporto fra genitori e figli è spesso condizionato dal tempo che i primi possono dedicare ai secondi e che i secondi vogliono dedicare ai primi.

I genitori

Hanno poco tempo, dedicato spessissimo al lavoro ed alle preoccupazioni, che non basta per aiutarli a crescere ed a imparare alcune regole fondamentali per sapersi relazionare in modo corretto agli altri.

Sono differenti rispetto a molti anni fa quando, diventare genitori significava perdere la propria “personalità” in funzione delle esigenze esclusive dei figli e della famiglia.

I figli

Sempre più affascinati da realtà distorte, parallele. La televisione, per quanto un genitore possa stare attento, prende almeno due ore delle loro giornate. I videogiochi, la scuola, la loro società, le amicizie… non sempre gli stessi sono disposti a dedicare attenzione agli insegnamenti dei genitori.

Ben vengano, allora, situazioni come gli scout se laici e se mirate alla formazione ed all’equilibrio dei bambini e dei ragazzi là dove i genitori non possano arrivare.

Ben vengano se possono essere un filo d’unione fra il figlio ed il genitore, creando aperture di dialogo e di interesse.

In ultima istanza

Sta al genitore, credente o meno, il veicolare quanto viene insegnato in questi contesti chiarendo determinate affermazioni, quali quelle di padre Francesco Compagnoni, secondo l’educazione che la famiglia ha deciso di intraprendere verso i propri figli ma, soprattutto, sta al genitore l’allontanarli da contesti in cui i paradigmi fuoriescono dagli schemi educativi, secondo la propria morale e senso civico, veicolandoli in situazioni decisamente più consone.

Essere cattolici, di per sé, ha già i suoi limiti verso le diversità (di svariata natura) e questo dovrebbe, prima d’ogni cosa, farci ragionare. Naturalmente si rientra nel ragionamento della discriminazione sessuale, che come abbiamo già detto più volte non dovrebbe essere una discriminante, che si apre ad ulteriori caratteri di approfondimento.

Grazie a Rudy per avermi ispirato ed avermi dato l’occasione di aggiornare un sito dormiente… 😉

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Comment (1)
  1. Rudy Bandiera 13 anni ago

    Grazie a te per le tue sempre attente ed intelligenti posizioni. Lo dico senza ironia.

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